Preso il potere nel 1936, a seguito di colpo di stato, il dittatore spagnolo Francisco Franco Bahamonde, fu spietato con le opposizioni, in particolare contro i comunisti ed i massoni, istituendo contro di loro addirittura un tribunale speciale, che comminava con disinvoltura pene pesantissime di reclusione, e non di rado la morte. Furono migliaia i massoni imprigionati, rovinati, trucidati dalla giustizia franchista. Il dittatore, a causa dell’educazione bigotta impartitagli dalla madre,  nutriva, un rancore particolare verso i massoni, cui addebitava ogni male del mondo, arrivando addirittura a scrivere un libello contro di loro, sfruttando lo pseudonimo di  Jokin Boor, come nomignolo caricaturale mutuato da termini massonici.

Francisco Franco (1930)
Gen. Francisco Franco Bahamonde

Con questa premessa, si può comprendere la sorpresa nell’apprendere che il dittatore spagnolo aveva il fratello minore, Ramòn, massone! Per comprendere i fatti bisogna partire dalla famiglia Franco, che ad onta del tanto sbandierato tradizionalismo, era invece un po’ particolare.

Il padre, Nicolás Franco Salgado-Araujo , ex ufficiale della marina spagnola, era piuttosto autoritario, un donnaiolo, sposato solo civilmente con una ragazza più giovane della sua prima moglie, Agustina Aldana; furioso e affetto da alcolismo. Invece, l’amata madre del dittatore, Pilar Bahamonde Pardo de Andrade, da cui ricevette la maggiore influenza morale e spirituale. Il padre non stimava Paquito, il dittatore, nemmeno quando questi fu famoso, stimava invece Ramòn per la sua intelligenza, e  Nicolás jr  per la sua vivacità. Sulla disistima Nicolàs era ampiamente ricambiato dal figlio. Paquito, infatti, lo ripudiò sia per aver abbandonato la madre e per incompatibilità di carattere, dato che lui era un tipo cupo ed introverso mentre il padre un gaudente ed estroverso. Alla sua morte Paquito fece comporre la salma con l’uniforme di ufficiale di marina, ordinandone immediata sepoltura senza funerale.

Genitori Franco
Nicolás Franco e Pilar Bahamonde

Ramòn era il prediletto perché somigliava molto al padre, e di conseguenza non poteva andare d’accordo col fratello, cui sembrava fosse proprio specularmente l’opposto, il bravo ragazzo e lo scapestrato, il quale, oltre alle simpatie repubblicane che lo strumentalizzavano per unirsi alla rivolta, conduceva una vita licenziosa, lontana dagli ideali cattolici e puritani instillati dalla madre Pilar.

Ultimo di quattro figli, nato il 2 febbraio 1896, Ramòn Franco Bahamonde, seguì la tradizione familiare di seguire la carriera militare, scegliendo l’aviazione per la sua passione del volo, arruolandosi nel 1920. Imparò bene ed in fretta, tanto che nel 1926, a bordo del suo aereo Plus Ultra  compì la trasvolata dalla Spagna al Sudamerica, coprendosi di gloria. Gli piacque tanto che tre anni dopo volle ripetere l’iniziativa, ma stavolta qualcosa andò storto perché l’aereo ebbe un’avaria e precipitò a largo delle isole Azzorre. Lo credettero morto, invece, fu soccorso su una zattera col suo equipaggio da una nave inglese che lo portò in salvo. Al ritorno in patria fu un tripudio di fama e di gloria, divenne un eroe nazionale, come se fosse Indiana Jones. Ma la gloria fu effimera perché dopo qualche settimana fu espulso dall’aviazione per scoperte irregolarità del volo e per sospetta corruzione.

Ramon e Carmen
Ramòn e Carmen Díaz

Sposò in prime nozze nel 1924 Carmen Díaz Guisasola (1905 -1992),  nota come Carmenchu, che lo abbandonò per i numerosi tradimenti, divorziando nel periodo repubblicano; e dopo qualche anno si unì in matrimonio civile con Engracia Moreno, un’artista di cabaret, che gli dette la figlia Ángeles Leoncia, morta prematuramente nel 1976.

Prese molto male l’espulsione dal corpo dell’Aviazione, e ritenendosi un perseguitato politico, aderì all’Asociación Militar Revolucionaria, una organizzazione clandestina in contatto con i partiti repubblicani y costituzionali.

Nel 1930 il nuovo governo Berenguer gli offre la posizione di addetto militare a Washington, ma Ramón rifiutò  per continuare a cospirare, radicalizzando a poco a poco le sue opinioni politiche, tanto che contattò gli anarchici catalani. In realtà era un populista più che un democratico, tendente ad una visione politica moderata senza basi ideologiche. Dopo varie vicissitudini, tra cui l’arresto per traffico d’armi, il rilascio, il tentativo di bombardare il Palazzo Reale, che sembra essere stato frustrato dall’avvistamento di alcuni bambini che giocavano nelle vicinanze; il tentativo fallito di rivolta nella base aerea di Cuatro Vientos, che lo fa fuggire in Portogallo, e poi Parigi dove incontra gli anarchici Durruti ed Ascaso, e poi Anversa dove incontrò membri illustri delle opposizioni. Però più lo si conosceva più restava isolato per le sue azioni incontrollate.

Ramon, Engracia Moreno e Ángeles Leoncia
Ramon, Engracia Moreno e Ángeles Leoncia

A Parigi venne iniziato nella loggia Plus Ultra.  Cominciò a frequentare i fuoriusciti politici italiani, membri della Concentrazione Antifascista, come i massoni Cipriano Facchinetti e Giordano Viezzoli, ai quali propose il bombardamento della residenza di Mussolini a Villa Torlonia. Con lui gli italiani, che nel 1935 arrivarono a progettare l’idea di trasferirsi da Parigi a Barcellona, studiarono lo sviluppo di  un’organizzazione antifascista, la Giovane Italia, che avrebbe dovuto essere antagonista al movimento di Giustizia e Libertà dei fratelli Carlo e Nello Rosselli.

Tornò a Madrid nel 1931, a seguito della vittoria dei repubblicani e dell’esilio del re Alfonso XIII, venendo nominato capo dell’Aeronautica Spagnola. Nella capitale si iscrisse alla loggia Concordia. Al massimo della popolarità fu candidato ed eletto con 80.000 voti sia nelle liste del Partido Republicano Radical Socialista a Siviglia, dove rinunciò al seggio, sia nel partito dei Federales Independientes, appartenente al blocco della Esquerra Catalana, rappresentando le idealità della sinistra socialista, ma cominciando ad ammorbidire le sue posizioni radicali in coincidenza della discesa in politica di suo fratello Francisco, tanto che alle successive elezioni del 1933, pur restando all’interno delle forze repubblicane si schierò con la vittoriosa destra moderata. Nel 1934 fu nominato, in quanto personaggio scomodo, addetto militare di ambasciata a Washington, ed in occasione della morte della madre si riavvicinò al fratello Francisco. Il 26 gennaio 1934, la loggia America n. 16 di Merida, nello Yucatan (Messico), inviò una lettera alla loggia Perseverancia n. 70 a Larache, in cui, affermava di avere ospitato Ramón Franco, una figura altamente significativa non solo come membro dell’Ordine, ma anche uno dei combattenti nella madrepatria spagnola delle istituzioni sociali che tendono alla migliore comprensione dell’umanità. Il Generalisimo Franco era a conoscenza dell’appartenenza massonica del fratello dal 1939, con prove documentali provenienti dalla massoneria francese, ma non dispose nulla contro di lui, sollevando le critiche di altri generali, che gli ricordarono che per detto reato era prevista la pena di morte.

Cipriano Facchinetti
Cipriano Facchinetti

Dopo l’alzamiento militare del fratello Francisco nel luglio 1936 fu sospeso dall’incarico e lui divenne avverso al regime repubblicano, schierandosi con il Caudillo. l’adesione al pronunciamiento dei generali Mola, Sanjurio e Franco, costituì un grave colpo per tutti i suoi vecchi compagni repubblicani che divennero suoi acerrimi nemici nella guerra civile. A novembre, fu reintegrato nei gradi militari e gli venne affidato il comando della base aerea delle Baleari, sollevando aspre polemiche dei suoi ex nemici militari. Era passato dalla sovversione attiva alla repressione di molti dei suoi ex amici e colleghi.

Ramòn Franco
Ramòn Franco

Ramòn Franco, soprannominato Chacal (sciacallo) o Chalao (mezzo matto), morì il 28 ottobre 1938 schiantandosi a bordo del suo idrovolante vicino alla baia di Palma di Maiorca, su cui la sorella Pilar Franco lanciò il sospetto di un sabotaggio, provocato per vendetta dalla Massoneria dell’isola, in quanto Ramòn stava scrivendo un libro dove ne denunciava la corruzione. In realtà, il sospetto è che la morte di Ramòn, se non accidentale, sia stata dovuta al clima di guerra civile che aleggiava dappertutto, anche negli ambienti fascisti italiani e spagnoli, dove lo Chacal era inviso perché ritenuto un infido voltagabbana, e perciò isolato perché pericoloso per i suoi colpi di testa.

Anche al funerale del fratello Paquito si astenne dal partecipare; l’unico rappresentante della famiglia fu il fratello maggiore Nicolàs, che nel periodo repubblicani pare avesse aderito alla massoneria, iniziato da Pedro González Ruiz.

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